E’ stato indetto lo sciopero generale dei comici. L’iniziativa è partita dai comitati di base della categoria. Anche “La Stampa Abrasiva” aderisce. Chi scrive è stato autorizzato dal comitato di redazione.
“I comitati di base” lamentano una concorrenza sleale ed invasiva in questo campo da parte di soggetti che dovrebbero fare ben altre attività, che si danno volontariamente o peggio involontariamente alla comicità in modo tale da creare situazioni ridicole e levando opportunità ai comici di ispirarsi e agli sceneggiatori di scrivere.
Questi comportamenti hanno creato una moria di posti di lavoro; “I CoBas” hanno individuato in certi politici elementi che con il loro comportamento hanno usurpato il lavoro dei comici, i quali dopo aver tollerato per anni questa incresciosa situazione, oggi hanno deciso di incrociare le labbra ed astenersi dalla comicità.
Uno dei loro schemi di comicità è quello di fare una battuta e ripeterla all’infinito. All’inizio non fa ridere ma dopo un certo numero di ripetizioni si ride…e alla grande. Ad esempio se in una “democrazia” occidentale il capo dell’opposizione chiedesse elezioni anticipate tutti i giorni alla fine otterrebbe l’effetto comico, così come il promettere spesso un milione di posti di lavoro. Queste ed altre situazioni simili, hanno portato allo sciopero.
Lo sciopero generale dei comici inizierà il primo dicembre in tutto il mondo. I telegiornali che tra una notizia e l’altra fanno anch’essi comicità ai danni di fatti non portati all’attenzione dell’opinione pubblica, hanno pensato di ignorare la notizia, così nessuno sa di questa protesta.
La situazione diventa ancora più critica per il divieto da parte di certi politici che, rendendosi conto di essere più comici che politici, usano proprio la censura per eliminare la concorrenza di chi è professionalmente preparato.
Qualora lo sciopero non dovesse sortire alcun affetto, sono in programma forme più estreme di lotta.
Se gli altri invadono il nostro campo allora i comici ripagheranno con la stessa moneta. E’ previsto che i giornali satirici facciano tra una battuta e l’altra, ottima e seria informazione, e come forma estrema o ultima spiaggia della protesta, i nostri rappresentanti si daranno alla politica. Allora la smetterete di far ridere! La cosa più tragicomica potrebbe essere che una volta entrati nelle istituzioni, noi comici potremmo essere più competenti dei politici di professione.
Non sono minacce ma solo forme di lotta estreme di una categoria che, ormai esausta, minacciata nelle sue prospettive occupazionali e nella formazione delle giovani leve e da una notevole precarietà.
Le nostre richieste sono ovvie, la lotta è dura ma noi la porteremo avanti fino al ultima battuta.