Milano, ferragosto 2007, sono stato invitato per un’intervista a casa del leghista Pentoloni. Ho bussato alla porta, ad aprirla è venuto l’onorevole che molto onorevolmente si è presentato in mutande con su scritto euro, e in canottiera. Erano le 11,30 ed in Padania, altra “civiltà”, si mangia presto. Pentoloni da vero signore non mi ha offerto il pranzo (tortellini in brodo) ed ha mangiato da solo dicendomi che dovevo attendere per l’intervista. Lo osservato e studiato. Pentoloni si è legato al collo un enorme tovagliolo, quasi una tovaglia, come se fosse una bavetta. Ha cominciato a mangiare prendendo un tortellino col pollice e l’indice e portandolo alla bocca e poi così di seguito tutti gli altri. Quando gli ho chiesto il perché, mi ha risposto che bisogna mangiare lento per salvaguardarsi la salute. Ogni cinque - sei tortellini si puliva le dita portandole in bocca. Liberato il piatto dai tortellini, lo ha preso e se le portato alla bocca cominciando a bere accompagnandolo con un sonorissimo
risucchio. Alla fine, svuotato il tutto, ha posato il piatto, si è poggiato le mani sulla pancia e ha emesso un enorme rutto che ha provocato uno spostamento d’aria così forte da far tremare i vetri e le pareti. Un vento fetido è arrivato alla mia testa scompigliandomi la chioma ormai considerata protetta dall’UNESCO. Per secondo ha mangiato un pollo intero, rigorosamente con le mani. Finito il fiero pasto, si è portato alla finestra e siccome al piano di sotto abita un terrone, ha pensato ai bisogni del Sud, facendoci i suoi. Come nel film di Troisi “Non ci resta che piangere”. Quello che avevo visto era già sufficiente pe’nu piezzo...giornalistico naturalmente! Comincio l’intervista.
E.: Quali sono le sue idee politiche?
P.: Sono tutte cose propositive. Faremo politica contro la Turchia, contro la Cina, contro i Mussulmani, contro la Terronia ed i terroni, contro gli africani, contro gli indiani, contro gli argentini, soprattutto Maradona!… Una politica d’alto profilo.
E.: Perché il vostro partito è antimeridionale?
P.: Siamo contro i meridionali o terrun, ma soprattutto contro i napoletani, perché non sono civili come noi. Non sanno vestire decentemente, non sanno mangiare civilmente e non conoscono tutte le regole tipiche di una civiltà come quella padana.
E.: Non teme che qualche napoletano le possa fare ’na bella paliata?
P.: Innanzitutto parli italiano e non africano. Io sono per la bonifica di Napoli da concretizzare con una operazione di igiene che faccia sparire i napoletani da Napoli. Il problema di questa città è che i Napoletani che la abitano sono il 98%, il resto sono cinesi, mussulmani e negri.
E.: Oltre al razzismo gratuito, ha qualche idea politica innovativa?
P.: Si, creare un sistema tale che nei negozi della Padania non arrivino prodotti del Sud, dirottare tutti i soldi dei finanziamenti straordinari per il mezzogiorno al nord, infine parlare male di Napoli in tutti i telegiornali, radio-giornali e giornali, per 365 giorni all’anno.
E.: Mi sembra che queste cose gia si facciano, qualche altra idea originale?
P.: Personalmente aprirò un nuovo giornale da affiancare a quello che gia abbiamo e lo chiamerò: “Nazione Padana” sottotitolo “Foglio di lotta per il nord”.
E. Davvero un’idea originale! Come al solito copiate le idee del Sud e le fate passare come vostre. A che popolo pensa di appartenere?
P.: Ai lombardi.
E: Mi indica un simbolo lombardo?
P: L’Inter… una vera squadra lombarda.
E: Proprio così, su ventisette giocatori della rosa ventuno non hanno la nazionalità italiana e dei sei restanti nessuno è lombardo. Meglio il Napoli campione 86-87 che su diciotto giocatori schierati otto erano campani.
P.: Non parli così! Milano è meglio di Napoli. A Milano non si è fatto un imbroglio.
E.: No, non solamente uno. Mi dica, meglio Massimo Troisi e Toto o Gigi e Andrea?
P.: I secondi, non mi fanno ridere ma li preferisco solo perché sono del nord.
E.: Meglio Madadona o Dacourt?
P.: Il secondo, non perché giochi meglio ma solo perché francese e quindi del nord e giocatore dell’Inter.
E.: Perché ha chiamato per questa intervista?
P.: Perché siete i migliori terrun viventi. Volete la secessione come noi.
Gli rispondo che non è proprio così, perché noi non vogliano la secessione, ma l’indipendenza. Cerco di fargli capire la differenza, ma realizzo subito che è uno sforzo inutile.
Stremato termino l’intervista e vado subito a prendere il treno p’’e Napule, non voglio sentire altro.