Indagheremo sugli hooligans italiani. Abbiamo scelto per questo quelli della Pro Brembanese. I tifosi di questa squadra nella gare interne sono il dodicesimo, tredicesimo e millesimo uomo in campo.
Il loro contributo non si limita solo nell' incoraggiare la loro squadra ma sono anche in grado di coadiuvare e assistere l'arbitro nei momenti in cui deve prendere delicate decisioni, come assegnare un rigore, annullare o convalidare un gol contestato ecc., dandogli suggerimenti e valide argomentazioni per seguire tali indicazioni. Per saperne di più, noi de “La Stampa Abrasiva”, riportiamo il brano tradotto in italiano dell’intervista televisiva rilasciata ai microfoni di “Tele Pirata” dal loro capo tifoso, il mitico Gino Padanini, che racconta un spaccato di vita ultrà.
Allora ci dica Professor Hooligan.
Era una domenica bestiale e avevamo esaurito i tre turni di squalifica del campo, scontati in altrettante località della provincia ovvero: Calcio, Albino e Ponte San Pietro dove avevamo lasciato solo scenari post bellici ultrà. Ospitavamo la Ogliese; i pronostici erano: vittoria nostra e “Ospedali Riuniti” pieni di ultrà nemici.
La partita cominciò equilibrata e io dirigevo i cori degli ultrà, si gridava al mestiere della madri dei oglietisti (puttane), ed alla specie a cui appartenevano (conigli). Si promettevano vivaci scambi di opinioni tra tifosi e tante altre belle cose. Il Primo tempo finì a reti bianche.
All'inizio della ripresa un evento grave… la Ogliese passò in vantaggio. Pochi minuti dopo gli ospiti raddoppiarono ma il gol era dubbio, l'arbitro non sapeva cosa fare allora gli gridai che non era gol così facero anche altri tifosi; poi alzammo le mazze di ferro, dicendogli: “ti romperemo il culo”. L'arbitro capì che il gol non era regolare. Poi ci fu il nostro pareggio. Oh oh oh comm’era lunatica quella domenica. Intanto volavano eleganti frasi tra le due tifoserie, volavano anche i razzi e si ammazzavano i nemici ogliatisti.
Al quarantesimo un giocatore della Pro Brembanese cadde poco fuori dell’area di rigore. Io capii che era rigore e come prima glielo feci capire all'arbitro che eseguì. Il rigore fu trasformato 2-1 per noi.
Intanto avevamo gia rotto la recinzione; e dopo il nostro vantaggio gridavamo all'arbitro:”fischia la fine” e lui da bravo arbitro, visto che non era nemmeno fidanzato, eseguì ancora. Era il quarantunesimo della ripresa, avevamo vinto. Gli oglietisti cercarono di tornare a casa quanto più sani possibile. Molti però passarono qualche giorno di ferie agli Ospedali Riuniti.
Fuori dallo stadio poi cominciammo a bruciare tutte le macchine targate BR, io buttai una bottiglia molotov verso un auto targata BR con due vecchietti a bordo, che non erano lì per la partita. Ho scoperto solo dopo che non erano bresciani, bensì terroni, per cui non fu reato ucciderli.
Com'era simpatica quella domenica. Buona domenica, se decidi di non venire nella mia città quando la Pro Brembanese gioca in casa.
Avemmo voluto chiedere altre cose a Gino Padanini, durante quella diretta televisiva ma purtroppo una decina di poliziotti, alcuni dei quali con accento meridionale, entrarono nello studio e noi non ostacolammo il corso della giustizia.
Ora vi sarà tutto chiaro sui tifosi della Pro Brembanese; questi hooligans non hanno nulla da invidiare a quelli della Gran Bretagna, anzi i Britannici dovrebbero venire in queste valli alpine per imparare qualcosa.